Sul cuscino, ben ripiegati,
la maglietta da notte ed un paio di pantaloni di stoffa leggerissima,
di quelli con l'elastico.
Addosso, la maglia a maniche
lunghe da casa, i pantaloni della tuta, calzini di spugna, le scarpe
da ginnastica vecchie che non escono di casa da mesi.
Appesa ad una porta
dell'armadio la gruccia bestemmia sotto l'ingombro di:
1 Pantaloni da esterno
riposti in maniera più o meno accurata.
2 Maglietta a maniche
lunghe, da non confondersi con quella da casa.
3 Camicia di velluto,
maniche lunghe e zip al posto dei bottoni.
Wow sei diventato ordinato?
Chiede la vocina interiore che non sono mai riuscito a sopprimere.
No, è che non so che cazzo
fare, visto che il tempo scorre tutto uguale, e allora provo ad
inventarmi un qualcosa che dia significato ai vari passaggi della
giornata.
Allora il grillo parlante ci
resta male, odia le rare volte nelle quali non riesce a prendermi in
castagna.
Si perchè quando il tempo è
equamente suddiviso fra letto e divano, tutto diventa evento.
Al punto che avevo anche
pensato di scegliere una mise da indossare esclusivamente prima di
andare al cesso.
Inutile dire che a colazione
già il pensiero corre a cosa preparare per cena, ancora più inutile
sottolineare come, fino dal primissimo pomeriggio, lo stesso
pensiero, già più logoro e sfavato precorra il momento in cui verrà
inserita nel corpo del o della casalinga per forza, la prima sana
sorsata di alcool.
Sommamente inutile e banale,
affermare che la spesa, settimanale o bisettimanale, eccita quanto la
preparazione per una vacanza in mari lontani.
La Coop io e Giuliana ce la
giochiamo a dadi.
Inizialmente a Trivial ma
perdevo sempre, a dadi, con i dadi giusti si può barare.
Succede poi che una mattina
arriva la telefonata del Capo.
Testuale dice “Si può
ripartire mantenendo la distanza sociale".
Sul momento mi verrebbe da
rispondere che fosse per me la manterrei 365 giorni l'anno almeno dal
98% dell'umanità; ma sarei fuori luogo.
Quindi rispondo Yeah!
Lui chiude con un laconico a
lunedì mattina.
Poggio il cellulare, poi lo
riprendo in mano al volo per controllare che giorno sia, è venerdì,
ho solo due giorni per decidere cosa indossare per il gran rientro.
Poi torno me stesso ed
ovviamente lunedì mattina mi sveglio in ritardo, arrivo a lavoro con
la maglietta da notte sotto alla camicia, e i pantaloni della tuta che
fanno sfoggio del loro orrido colore verde ramarro.
“O tempora o mores”
Impreco fra me e me, poi chissà perchè mi scappa da ridere mentre
immagino il Monni che esclama “O se sei bischero te, icche
c'entrano le more?”.